mi piaciuto molto abitare a parigi

Fondation Louis Vuitton building
Frank Gehry, Museo Fondation Louis Vuitton, Parigi Francia (2005 2014). anni fa, su richiesta dei medici, Frank Gehry si sottopose a una risonanza magnetica alla testa. Chiuso per tre quarti d nello spazio angusto e claustrofobico dell con le macchine che pulsavano e martellavano, l si rifugi dentro di s, nella sua immaginazione. Concluso l i medici ebbero il loro tracciato, che non presentava anomalie, e Gehry ebbe il disegno della Louis Vuitton Foundation for Creation, lo straordinario museo incapsulato nel vetro nel Bois de Boulogne di Parigi. Durante tutto il tempo che sono rimasto dentro il tunnel mi sono concentrato sul progetto, ho continuato a pensare, fantasticare e disegnare ha detto Gehry. Mi capita spesso di ritirarmi dentro il mio guscio, anche quando guido o sono in aereo. Mio padre diceva che ero un sognatore, e per lui non era un complimento. Aveva ragione, ma sottovalutava il potere del sogno Cos racconta Barbara Isenberg, biografa dell in con replica designer handbags Frank Gehry
Frank Gehry, schizzo per il museo FLV (2006)
Il potere del sogno: probabilmente proprio questo l su cui si basa l concenzione di questo progetto, dalle prime fasi di progettazione fino allo scopo di utilizzo, passando per la sua realizzazione. Un episodio del genere paragonabile forse soltanto al Museo Guggenheim di Bilbao, che sicuramente ha influenzato radicalmente la produzione di quest ma anche le intenzioni di Bernard Arnault, presidente del gruppo LVMH e personificazione della committenza dell Il 27 ottobre 2014, giorno dell del museo, il presidente francese Franois Hollande ha detto: Ci che forma la memoria di un popolo, non semplicemente la conservazione, sono l'innovazione, l La modernit di oggi, il patrimonio di domani. Per questo ci che stato qui realizzato pi di un fantastico museo, un pezzo d'umanit che mostra a tutti come il sogno pu, con genio e determinazione, divenire realt.
Frank Gehry et Bernard Arnault, Fondation Louis Vuitton, Paris, France, 2014 07 01
Gehry, Arnault e consorti, 27 10 2014
Hollande durante il discorso dell
FRANK GEHRY, FRANCOIS HOLLANDE BERNARD ARNAULT INAUGURATION DE LA FONDATION LOUIS VUITTON
Designer Louis Vuitton Replica Handbags Arnault durante il discorso dell
Il legame di Gehry con la citt di Parigi inizi molti anni fa quando, appena laureato, all degli anni Sessanta, si replica louis vuitton bags from china trasfer nella capitale francese lavorando per dieci mesi nello studio di Andr Remondet. Mi piaciuto molto abitare a Parigi. A quell avrei desiderato restare, trapiantarmi l. C qualcosa di speciale in quella citt. Le passeggiate per le strade. La baguette. replica louis vuitton I parigini avevano un lato bizzarro, che mi divertiva. Ti autorizzava a essere a fake designer bags tua volta stravagante. Gli piace fare dell Amano, per esempio, parlare della americana Noi siamo sempre deboli ai loro occhi: io avevo un temperamatite e replica louis vuitton handbags loro usavano la lama di un rasoio. Quando me ne sono andato, ho smontato il mio temperino e ne ho dato un pezzetto a tutti. Oggi non si usano pi neanche le matite (Isenberg, 2009). All degli anni Novanta, l fu chiamato a progettare l Center, in Rue de Bercy, poi trasformato nell Cinemateque Francaise. Da quella esperienza, Ghery dice, ho imparato quanto sia difficile lavorare con i francesi. Complicano sempre tutto. Sono fissati con i dettagli. Creano forme di burocrazia anche all di un progetto privato. Sono pi individualisti. In Paesi come la Svezia e il Canada pi facile lavorare in squadra (Isenberg, 2009). Nel momento in cui ha ottenuto la commissione per la Louis Vuitton, Gehry ha parlato diffusamente del suo amore per la capitale francese; l definita, ha scritto Monde la sua citt preferita. Riguardo ad Arnault, Gehry ha detto: Quando quest legato replica louis vuitton bags alla moda, che colleziona opere d che amo, mi ha chiesto di costruire qualcosa in questa citt, stato come un segno del cielo (Isenberg, 2009).
Gehry accanto al plastico del museo
Risale all degli anni Novanta il sogno di Bernard Arnault di creare un edificio dedicato all contemporanea ed alla cultura all del Jardin d situato al confine con il Bois de Boulogne, cuore verde della capitale francese. Voluto da Napoleone III nel 1860 per eguagliare i giardini inglesi dell il Jardin d divenne ben presto un luogo alla moda apprezzato da escursionisti, insegnanti e scienziati. Offrendo un enorme variet di piante esotiche e animali rari, il Jardin ha ospitato fin dalla sua nascita una societ zoologica, che, sotto la guida di aaa replica designer handbags Geoffroy Saint Hilaire, ben presto ha sviluppato una missione educativa, scientifica e ricreativa. Il Palmarium stato inaugurato nel 1893 da Sadi Carnot, mentre l che per primo aveva aperto nel 1861, diventato nel giro di trent uno dei pi famosi esempi del suo genere in tutto il mondo. Ancora oggi, oltre al patrimonio del suo paesaggio d il Jardin d contiene elementi architettonici che testimoniano la sua storia. La grande voliera, la colombaia, le scuderie, il palco e lo sperone roccioso frequentato da cervi, gli conferiscono il suo particolare fascino parigino. Da quando ha aperto la prima volta nel 1860, stata la scena dei giochi d del giovane Marcel Proust e di innumerevoli generazioni successive di bambini. Proprio in questo contesto si colloca il nuovo museo, che va ad integrare le funzioni di questo eccezionale parco ospitando gli artisti contemporanei e le loro opere.
Per questo progetto, Gehry immagina un edificio in cui predomina il vetro, creando l di un cheap louis vuitton bags from china grande vascello, confermando la sua passione per le barche a vela, o di un grande iceberg. Ci che mi ha ispirato stata l'idea di costruire un edificio di vetro nel Bois, altrimenti avrebbe potuto facilmente sembrare invasivo. Siamo dovuti giungere a qualcosa di evanescente, in considerazione delle restrinzioni e dei limiti dimensionali imposti, ma quando abbiamo presentato questo progetto, tutti hanno dato high quality replica handbags china la loro adesione ed stato approvato. Era costoso, ma non si poteva fare altrimenti. Si tratter di uno dei pi complessi edifici della sua carriera. Determinante il ruolo dei modelli plastici e della progettazione digitale, ormai portata ad altissimi livelli grazie a sofisticate apparecchiature per la digitalizzazione e a software dedicati come Digital Project della consolidata Gehry Technologies, a seguito di anni di esperienza sull di software come CATIA della Dessault. D l del Buliding Information Modeling (BIM).
L prende sostanza a partire dalle richieste della committenza di avere spazi espositivi, auditorium, uffici di amministrazione, ecc., per cui ogni funzione si materializza in un differente blocco pseudo parallelepidico. Gli spazi che si formano tra questi blocchi vengono coperti parzialmente dalle vele che cingono il complesso, creando una serie di spazi di collegamento n interni n esterni, caratteristica che conferisce all il particolare fascino di ambigua bellezza. Da questi spazi indefiniti, situati ad ogni livello si pu godere di aaa replica designer handbags stupefacenti scorci sul Bois del Boulogne e sul resto del Jardin d fino a scorgere la Tour Eiffel e lo skyline de La Defense.
Gli spazi chiusi sono avvolti da una pelle bianca, cesellata e irregolare, e sono noti come iceberg, i quali racchiudono tutte le funzioni tra cui 11 sale espositive per circa 3.850 mq di spazio museale. ">involucro degli iceberg costituito da 19.072 pannelli curvi, quasi tutti diversi l dall ottenuti per modellazione di cemento bianco ultra alte prestazioni (UHPC) detto Ductal. Le aperture e gli interspazi tra gli iceberg sono vetrati, e comprendono 46 diversi elementi di configurazione molto variabile, sparsi per l La sfida per gli ingegneri stata quella di combinare la loro geometria, insolita e complessa, con le altissime prestazioni richieste per le facciate in termini di impermeabilizzazione, isolamento termico e resistenza al fuoco.

Complementari agli iceberg, 12 vele in vetro float avvolgono la costruzione, con una superficie cumulativa di 13.400m e, una sovrapposta all ed al corpo dell creano una serie di complessi spazi mutevoli. Queste vele non hanno alcuna funzione in termini di chiusura dell ma proteggono le terrazze in caso di maltempo e riducono l solare. La loro struttura costituita da una maglia di acciaio inossidabile duplex sostenuto da travi in acciaio e legno lamellare. Queste travi sono curve, a volte intrecciate tra loro, e sono a loro volta tenute da 179 sostegni. Nonostante l complessit dell strutturale, non c un pezzo di troppo, e ognuno perfettamente dimensionato. Le 3.584 lastre curve di vetro che coprono queste vele sono ugualmente pezzi unici. Esse sono il risultato di un nuovo processo industriale che permette la variazione infinita della forma nella modellazione a caldo. La citt di Parigi ha reso disponibile il sito nel Bois de Boulogne e ne rimarr proprietaria per 55 anni. [ La Fondation Louis Vuitton un progetto pilota per l'elaborazione di un nuovo standard HQE (Haute Qualit Environnementale): l'innovazione investe la Discount Replica Louis Vuitton Bags scelta di materiali a basso impatto sull'ambiente e l'attuazione di un'emissione bilanciata di carbonio. Le acque meteoriche sono filtrate e recuperate per l'utilizzo nella pulizia delle superfici traslucide e alimentano il bacino che circonda l'edificio. Il ricorso alla geotermia consente la climatizzazione, sfruttando due falde freatiche poste a 25 e tra i 60 e gli 80 metri di profondit, dove l'acqua scorre a una temperatura costante di circa 13 C. Essa sollevata in un circuito chiuso e, attraverso uno scambiatore di calore, raffredda o riscalda i circuiti secondari utilizzati dall'edificio per i gruppi refrigeranti e i sistemi radianti a pavimento. Premetto che non sono un fotografo n un lomografo, anche se probabilmente tendo a fotografare seguendo alcune delle regole della lomografia. Quando fotografo l non sono interessato alla qualit fotografica o alla composizione fotografica, bens mi limito a catturare ci che mi colpisce: l'obiettivo si ferma dove si ferma l'occhio; le fotografie si configurano dunque per me come parte di un'esperienza di assimilazione spaziale globale dei manufatti, diventano singola informazione tecnologica, cantieristica, compositiva, senza altre pretese. In questo modo le immagini potrebbero non risultare chiare per tutti, ma, ciononostante, ritengo possano essere un plausibile tipo di documento a supporto di altri. 

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